Padre Raschi

LA PENTECOSTE A LOURDES

Fui Invitato a Lourdes, il 16 luglio 1935 per accompagnare al-
cuni pellegrini della mia Parrocchia di Genova- Albaro.
Ero felice di poter condividere con la Madonna i tanti dispiaceri
della mia famiglia , era appena morta mia madre per i tanti dolori
e per le terribili croci. Appena arrivato fui chiamato subito a pre-
dicare alla grotta, mi dissero che c’era una folla di 52000 pellegrini
di tutto il mondo, di ogni razza e mancava il sacerdote.
Salito sul pulpito, avrò detto cinque , sei parole al massimo e
vedo la folla, tutta la folla intera, enorme, con i fazzoletti in mano,
molti si asciugavano gli occhi, piangevano! Che strano, pensai, però
questa è la grotta della Madonna, dove c’è stata l’apparizione e con-
tinuai a predicare col mio vizio solito, sono un po’ lungo, quello
che ho da dire lo debbo dire, vedevo che molti si commuovevano ,
agitavano fazzoletti.
Sceso dal pulpito mi venne incontro il Superiore del Santuario
e della Grotta dicendo: “ Padre è avvenuto un grande miracolo!
E’ avvenuta la Pentecoste ! Ciascuno ha capito nella sua lingua,
ci sono due Pastori dell’alta Scozia che l’hanno capito nei loro dia-
letti. I nostri stenografi che controllano ogni predica, hanno steno-
grafato tutto.
Il Superiore voleva trascinare il Padre negli uffici- bureau pre-
posti , ma il Padre con la sua semplicità usuale disse che Lui non
ne aveva nessun merito se lo Spirito Santo avrà voluto parlare a
qualche animo e se Ne tornò in albergo.
Per tutta la giornata furono raccolte testimonianze molto toc-
canti , fra le quali quella di una esponente importante della loggia
massonica femminile di Firenze che era arrivata per corrompere il
Padre Superiore del Pellegrinaggio.
“Cercate di capire che, spesso, in queste, come in altre predi-
che, non è più il pover uomo che predica, ma è Dio che interviene
direttamente e di questi interventi ne fa molti miracoli.
Questi fatti straordinari accaddero molto spesso nella mia vita”.
Nel 1937 trovandomi a predicare in Turchia, fui invitato anche
a predicare in Terrasanta, così andai a visitare il luogo delle tenta-
zioni di Gesù. Da buon suddito umile e fedele, rivolsi a Dio questa
preghiera che mi uscì dal cuore: “ Signore per favore ti vuoi far co-
noscere ? vuoi operare dentro di me con la tua legge d’Amore e
della conoscenza Tua?
Il Signore, che risponde sempre, rispose anche a me in modo
colossale dandomi prove dei suoi grandi interventi nelle mie innu-
merevoli missioni di evangelizzazione.
Nel febbraio del 1943 incontrai in modo molto commovente
Padre Pio, che mi assicurò la sua stima, il suo affetto e il suo aiuto
nel costruire il Santuario dicendo :“Padre Raschi io e Te siamo una
cosa sola, non temere di disturbarmi , se hai bisogno dimmelo e io
ti aiuterò”.

Nel 1944, il Padre dopo tre anni di meditazione sull’opera del
confratello San Massimiliano Kolbe inizia la Sua attività, allestisce
una tipografia per divulgare, con la stampa: giornalini, libri, opu-
scoli, immagini per la consacrazione individuale e collettiva, arti-
coli con preghiere da lui composte per la consacrazione di Genova
alla Madonna.
Il 27 – 11- 1944 fa fare il grande quadro dell’Immacolata col
cuore rosso con l’imprimatur del Card. Boetto e di mons. Fulle.
Celebra , in Albaro, la consacrazione di Genova al Cuore Im-
macolato di Maria.
Dal 1944 al 1960 con un furgone si dedica alla propaganda ma-
riana e inizia il progetto del Santuario.
Il Card. Boetto approva ed istituisce la sede filiale della tipo-
grafia in Albaro.
Il 1-4-1945 inizia la stampa e la diffusione dei Vangeli festivi e
dal mese di maggio: tridui, novene, canti, benedizioni, conferenze
mariane e consacrazioni delle singole famiglie alla Vergine Maria.
Il 20-5-1945 esce il primo numero de “l’Immacolata e il Suo
Cuore”: più di 5000 copie e per dare speranza alle famiglie spa-
ventate inizia la consacrazione dei palazzi alla Madonna.
Nel Maggio del 1945 il Padre costruisce la casa Rossa col dise-
gno di Raitano e la direzione del Geom. Setti per poi poter iniziare
i lavori della costruzione del Santuario e fare gli esercizi spirituali
ai Suoi giovani seminaristi francescani.
Gesù lo sostiene, in questa prima iniziativa a Monte Fasce, fu-
tura sede del Santuario, col grande miracolo della “ Spesa Miraco-
losa”.
Ogni giorno, all’alba il Padre trovava tutta la dispensa piena di
pane fresco, carne e ogni tipo di cibo necessario, senza che nessuno
fosse venuto e nessuno fosse sceso a comprare.
Nel maggio del 1945 pubblica la nuova rivista : l’Internazionale
Azzurra, coi commenti del Rosario Vivente e si mette a cercare il
terreno per costruire la Piccola Città dell’Immacolata.
Dal Settembre organizza molti missioni a Genova e un po’ in
tutt’Italia sull’Eucarestia.
Nel 1946 incontra Padre Pio che conferma che la Sua ispirazione di fondare il Santuario è volontà della Madonna, assicura il
suo aiuto e rinnova la Sua profonda stima, con una frase stupefacente : “ Ci siamo voluti sempre bene “
Il 25- 7-1946 fonda la “Milizia dell’Immacolata” in varie città
d’Italia e fa l’offerta simbolica delle chiavi della città di Genova
alla Madonna. Inizia a pubblicare un nuovo lavoro mariano: “La
Stampa in onore del Cuore Immacolato di Maria”.
Negli anni successivi diffonde il Movimento Mariano in molte
città taliane e nel mondo, fino al lontano Perù.
Nel 1950 fa eseguire da Luigi Pauer Ortisei la statua della Madonna di Fatima coi tre Pastorelli , alta m.1,60 .
Il 5 luglio 1954 il Padre organizza un grandioso pellegrinaggio
con la partecipazione di Militi, di 33 Sacerdoti della Liguria e del
Piemonte e parte per Fatima. Il Vescovo di Leira benedice la statua
e concede di poter fare sostare la statua per tre ore al posto di quella
delle apparizioni. L’annuncio viene dato dalla radio portoghese e
dagli altoparlanti del Santuario.
“Ero commosso, ci raccontava il Padre, la gente piegava le ginocchia a pregare, percorreva in ginocchio i luoghi benedetti coi
bambini in braccio, lodava , ringraziava Dio e lo supplicava con
tanta fede!
Incontrai la mamma e il papà dei due Pastorelli, il vecchierello
spingeva la moglie in carrozzella, ormai paralizzata e mi dicevano
di avere l’unico desiderio di andare in cielo per rivedere i loro bam27
bini. Predicai, confessai, la sera ci fu la fiaccolata e l’adorazione.
Nel nostro cuore , assieme all’Amore per la Vergine si consolidava l’amore sempre vivo per i fortunati bambini.
Al mattino portammo la statua sul “l’altare del mondo”, come
lo chiamano lì, ci aspettavano circa 360.000 persone.
Si iniziava il solenne pontificale, la benedizione agli infermi e
la benedizione della nostra statua.
La gioia era al colmo, le speranze compiute: celebravo alla cappella dell’apparizione, mi pareva di essere a casa mia: c’è la tomba
dei piccoli Francesco e Giacinta, a breve distanza la penitente e
orante Lucia, c’è la reggia e il trono della Madonna di Fatima!
Fatima, sei la mia patria ! “
Il 30 gennaio del1953 il Padre fa il contratto per il terreno del
Santuario e il 2 Febbraio il Card. Siri approva la costruzione della
Piccola Città dell’Immacolata.
IL 25 Aprile il Padre si trasferisce in una stalla che è nel terreno
acquistato, chiamata la Piccola Betlemme, per seguire l’opera nascente.
Il 13 Ottobre 1954 sorge il primo piloncino- edicola sul luogo
sacro
e nel marzo 1955, si traccia la strada che porterà sul Borriga.
Nel maggio del 1955 il Padre raggiunge il Monte Varallo per il
primo convegno annuale della Milizia dell’Immacolata.
Il 29 giugno 1955, per 25 anniverario di Sacerdozio, arrivano
gli Auguri del Card. Siri, del Padre Generale. Auguri vivissimi dal
Vaticano e da Padre Pio.
Il 13 luglio il Padre, durante il capitolo provinciale, è rieletto
Ministro Provinciale e direttore regionale della Milizia dell’Immacolata Regionale da dove raggiungerà poi Roma e altri luoghi per i congressi.

Il 13 maggio 1956 la Madonna di Fatima parte da Albaro, con
una processione di più di 10000 persone per raggiungere la sua
nuova sede a Monte Fasce .
Il 14 maggio 1957 viene inagurato parte del Santuario.
Nel 1958 il Padre, ministro Provinciale, incorona la Madonna
di Fatima.
Il 12 luglio il Padre è eletto superiore del Santuario e delle vo-
cazioni religiose .
Il 13 maggio pubblica il libro : Questa è Bonate .
Nel Luglio del 1959 il padre parte per andare a fondare la Pic-
cola Città dell’Immacolata a Barcellona, sul Tibitabo.
Padre Raschi, molto preparato teologicamente e spiritualmente,
sostenuto dal Cristo, che lo aveva invitato a seguirlo, dall’intensa
preghiera, ispirato sempre dallo Spirito Santo, viene invitato a pre-
dicare tridui, novene, esercizi spirituali, tiene conferenze di Mario-
logia a studenti di Teologia, che dopo averlo registrato ne
pubblicano i contenuti in Edizioni Paoline.
Il Padre corre instancabilmente in molte parti del mondo: Fa-
tima, Terrasanta, Lourdes, Medio-Oriente, America, Turchia. In
Turchia stringe una forte amicizia col Nunzio Apostolico Roncalli
che poi diventerà il futuro Papa Giovanni XXIII e lo sosterrà mo-
ralmente nella costruzione del Santuario.
Ispirato dal grande Santo e confratello San Massimiliano Kolbe
infiamma gli animi dei Frati spagnoli che lo invitano a posare la
prima pietra della Città dell’Immacolata a Barcellona.
Sono giorni di evangelizzazione molto intensa, il Padre viene
intervistato nel corso di una trasmissione televisiva spagnola e, il
giorno successivo, tiene una conferenza al Palazzo della Musica di
fronte a migliaia di persone che gremiscono l’immenso teatro.
Il primo dicembre 1959 tiene una conferenza sul tema: “La Spi-
ritualità Mariana, grande speranza del mondo attuale” presso l’Ateneo di Barcellona.
In seguito parla all’Associazione dei Laureati Cattolici dell’ università spagnola, suscitando molto interesse ed ammirazione.
Moltissimi gli abbonati alle sue riviste:
Internazionale Azzurra
L’Immacolata e il suo Cuore
Dall’Eremo
Commenti al Rosario
Preghiere a Maria e Gesù
Consigli per ottenere l’amicizia col Signore, per vivere sereni
nella Pace e nella Letizia Francescana.
A 60 anni, poi il Signore lo invita a esercitare il ministero dell’accoglienza e dell’ascolto nel bellissimo Santuario, in onore della
Madre sua: l’Immacolata Concezione Fonte della Misericordia, sul
monte Borriga, alle pendici del Monte Fasce – Genova.
Il Padre realizza un capolavoro d’arte per la Sua Regina: l’Immacolata, dove regna la pace ed è viva la presenza del Soprannaturale.
La mente creativa del Padre desidera che il Santuario intero rispecchi il significato del Soprannaturale e risplenda non solo per
la luce esteriore, ma anche di quella interiore.
L’interiorità psicologica e l’intelligenza umana si elevano a Dio
davanti alla Bellezza. La bellezza di Maria è frutto della Sua Bontà.
Lo sguardo dei Santi ha una luce e una bellezza unica, come testimonia J.B. Estrade guardando Bernardette in estasi: “Era più
bella degli Angeli”.
Gesù si trasfigura sul Tabor e diventa di una suprema Bellezza.
Allo stesso modo il buon Dio penetra e riveste della sua stessa
luce ogni creatura che vive nella Sua Grazia. Questa trasfigurazione
si può chiamare con ragione Bellezza.
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Se ogni uomo si lascia prendere seriamente da Dio, ci sarà in
lui una crescente Bellezza: nella serenità, nella luminosità dello
sguardo, nell’armonia della sua parola, nell’onestà dei suoi progetti,
nell’altezza delle sue speranze, nell’ardore della sua fede, nella finezza del suo amore, nell’educatissima tenacia dei suoi voleri,
nell’ammirabile stabilità delle sue conquiste.
In cielo Dio darà al nostro corpo e alla nostra anima una pienezza di luce e di gloria da somigliare agli Angeli.
L’Immacolata ci conceda la grazia della fedeltà e la tenacia di
cooperare con Lei per la nostra temporale ed eterna trasfigurazione”.
San Giovanni Paolo II nella lettera agli artisti del 4 aprile 1999,
invitava a mettere l’arte e la bellezza al servizio del prossimo.
Anche Padre Raschi, come diceva San Bonaventura di san Francesco, contemplava nelle cose belle il Bellissimo e seguendo le orme
impresse nelle creature inseguiva ovunque il Diletto.
Cantiamo inni al nostro Dio :
Tu sei Santo, Signore Iddio, che operi meraviglie
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei Altissimo
Tu sei carità, amore, Tu sei sapienza
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza
Tu sei ogni sufficiente ricchezza
Tu sei Bellezza….
(Fonti francescane 261)
L’artista divino, con amorevole condiscendenza, trasmette una
scintilla della sua trascendente sapienza all’artista umano, chiamandolo a condividere la sua potenza creatrice.
A ogni uomo è affidato il compito di essere artefice della propria vita: farne un’opera d’arte, un capolavoro.

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